Sahasrara-chakra

Da Yogapedia.it.
Sahasrara-Chakra.png

Il settimo Chakra Sahasrara -significa infinito- si trova sulla sommità del capo. Il suo colore è il violetto o il bianco. Le parti del corpo cui presiede sono quelle collegate alla corteccia cerebrale e al sistema nervoso centrale.

Disfunzioni:

  • A livello psichico: depressione, confusione mentale, incapacità di apprendimento, apatia, rifiuto della vita

Temi chiave: pensiero; consapevolezza; significato; illuminazione; meditazione.

Musica: silenzio

Cibo: digiuno

Verbo descrittivo: Io accetto, io so

Senso: divino

Diritto di sapere

Demone: attaccamento

Anga dello yoga: Samadhi

Yantra: è un loto rovesciato con mille petali, numero simbolico per indicare l'infinito; i petali contengono tutte le combinazioni possibili delle lettere dell'alfabeto sanscrito. All'interno dei petali, un cerchio di luce bianco. All'interno del cerchio un triangolo giallo che contiene una falce di luna e il bindu, il punto dell'energia divina.

Persone autorevoli che hanno espresso nei loro scritti dei concetti essenziali per quanto riguarda i sette cakra:

Arthur Avalon spiega la denominazione dei sette cakra, partendo dal risveglio della energia Kundalini śakti e le esperienze che l'anima individuale fa lungo il suo percorso dei centri energetici: “Nei tantra śastra (scritti di Tantra Yoga) si dice che le 50 lettere dell'alfabeto sanscrito si trovano nei 6 cakra collocati dentro il corpo chiamandosi mūlādhāra, svādhiṣṭhāna, maṇipūra, anāhata, viśuddha e ājña. Queste 50 lettere moltiplicate per 20 si trovano nel fiore di loto di mille petali, sahasrāra (che è collocato fuori dal corpo).” (1)

Heinz Grill assegna ad ogni cakra una sfera planetaria. Inoltre descrive le diverse caratteristiche dei cakra che si manifestano nella pratica degli Asana e ciò che rimane nell’anima, dopo la morte, di un cakra sviluppato nel modo giusto: Il pianeta è Saturno. Nella pratica di yoga-āsana si sperimenta una leggerezza e allo stesso momento una centratura. L'anima dopo la morte vive una grande libertà perché nel percorso della vita non è seguita ai valori insignificanti, bensì a quei davvero importanti per lo sviluppo spirituale. Di conseguenza nasce una grande forza di precisione e di concentrazione. Questo cakra è importante per tutti i processi della trasformazione. (2)

Rudolf Steiner vede il fiore di loto con mille petali insieme alla ghiandola pineale nel centro della testa umana. In tempi molto antichi dello sviluppo umano questa ghiandola pineale sovrastava la testa e funzionava simile a una lanterna come organo percettivo. L'essere umano si orientò nei suoi movimenti con l'aiuto di questo organo. Le percezioni perseguite attraverso la ghiandola pineale avevano un carattere chiaroveggente e immaginativo. Fino ad oggi c'è la fontanella dai bambini neonati che ricorda a l'apertura che l'essere umano una volta possiedeva in questa zona. Oggi la ghiandola pineale è il luogo, dove nel percorso di uno sviluppo spirituale il Sé Superiore può entrare nell'essere umano. Nelle scienze naturali moderni la ghiandola pineale viene considerata come organo rudimentale senza funzione. (3)

Fonti: (1) Arthur Avalon, Il potere del serpente, Edizioni mediterranee 1983, ISBN 978-8827200582 (2) Heinz Grill, La dimensione dell'anima nello Yoga, Lammers-Koll-Verlag 2015, ISBN 978-3935925334 (3) Tradotto da Rudolf Steiner, O. Omnia 94, 266a