Shri Mataji Nirmala Devi

Da Yogapedia.it.

Shri Mataji Nirmala Devi è conosciuta in Italia come fondatrice di Sahaja Yoga. Ha scoperto questo stile di Yoga nell'anno 1970 e da allora si è dedicata per 40 anni alla diffusione e all'insegnamento di Sahaja Yoga in tutto il mondo. Ha vissuto per tanti anni in India e Inghilterra, ma aveva uno stretto rapporto con l'Italia, dove a Genova il 23 febbraio 2011 è venuta a mancare.


La lotta non violenta per la libertà dell’India

È nata come Nirmala Salve il 21 marzo 1923 a Chindwara nella parte centrale dell'India. Era la figlia di Cornelia Karuna Jadhav e Prasad Rao Salve. La madre prima di sposarsi aveva ricevuto un'ottima formazione, conosceva il sanscrito e la cultura tradizionale dell'India e fu la prima donna in India a laurearsi in matematica. Suo padre, laureato in giurisprudenza, rimase vedovo con cinque figli a soli 37 anni. Risposandosi con Cornelia si aggiunsero altri sei figli, perciò la famiglia divenne molto numerosa. “Nirmala” significa immacolata e già da bambina sembrava avere un grande interesse per la spiritualità. Così il padre era solito dire alla piccola Nirmala: “Devi cercare un modo, grazie al quale la gente possa ricevere la realizzazione del Sé a livello di massa.”

Nonostante la famiglia fosse cristiana e perciò privilegiata sotto il dominio coloniale degli Inglesi, Prasad e Cornelia non esitarono ad aggiungersi al movimento di Mahatma Gandhi, quando nel 1925 fecero la sua conoscenza. Si impegnarono entrambi nella lotta non violenta per la libertà dell’India e di conseguenza furono incarcerati varie volte. Nirmala, da quando aveva 7 anni, passava le vacanze nell'Ashram di Mahatma Gandhi, accompagnandolo spesso sulle sue passeggiate mattutine. In seguito raccontò che Gandhi di solito parlava con lei come a un'adulta, condividendo i suoi pensieri e riflessioni. Quando la piccola Nirmala propose a Gandhi di portare la realizzazione del Sé alle persone in difficoltà, egli le rispose: “Prima l’India deve essere libera. Se non siamo liberi, come possiamo essere felici?”


Madre, moglie e casalinga

Quando i genitori erano in carcere, Nirmala all'età di solo 8 anni si occupava della casa, prendendosi cura dei fratelli più piccoli. Nel 1942 ella stessa finì in carcere, perché era impegnata nel movimento degli studenti per la libertà dell’India, “Quit India Movement”. Nel 1947, l’India ricevette la libertà e Nirmala incontrò ancora una volta Mahatma Gandhi, “Bapu”, come era chiamato da tutti, che le disse: “Ora comincia il lavoro costruttivo!”. Poco dopo, nel 1948 fu assassinato. Nirmala non si dedicò subito completamente alla spiritualità, come era il suo obiettivo sin da piccola. Si sposò con Chandrika Prasad Srivastava e quindi si impegnò come moglie, casalinga e madre di due figlie, mentre suo marito lavorava come giovane ufficiale nel servizio civile indiano. Dopo la morte di Netanjahu Nehru, il primo ministro Indiano, Nirmala incoraggiò il marito ad offrire la sua collaborazione al successivo primo ministro, Lal Bahadur Shastri, dato che i due personaggi si conoscevano bene e si apprezzavano. Infatti Chandrika Prasad fu nominato primo segretario del ministro. In questi anni Nirmala promosse tanti progetti sociali, per i giovani, i malati e i disabili. Quando il primo ministro morì precocemente, Chandrika Prasad realizzò molti successi nella sua carriera, diventando Segretario Generale dell'Organizzazione Internazionale Marittima delle Nazioni Unite. A causa di questo impegno la coppia si trasferì in Inghilterra nell'anno 1974.

Quattro anni prima era avvenuta una grande trasformazione nella vita di Nirmala Devi. Il 5 maggio 1970 dopo la sua Meditazione mattutina si sentì pronta a dare l'impulso della realizzazione del Sé ad altre persone. Una delle sue prime esperienze fu a Teheran, dove si recò per visitare suo fratello Hemant Prasad. In un incontro, prima con poche persone e il giorno dopo con 20 persone invitate dal fratello, Shri Mataji, come ormai era chiamata da tutti, trasmise il risveglio spirituale agli invitati. Il risultato fu così impressionante che il giorno dopo ne raccontarono i giornali di Teheran. A causa della grande energia trasmessa, alcune persone ricevettero la guarigione dalle loro sofferenze o malattie.


Il risveglio del Sahasrara-chakra

Che cosa era successo nella solitudine mattutina del 5 maggio? Shri Mataji, che allora aveva 47 anni, desiderava molto il risveglio dell'energia femminile, Kundalini śakti, la quale secondo gli scritti dello Yoga sale dalla base della colonna vertebrale lungo i diversi Chakra fino ad unirsi nel settimo cakra con l'energia maschile, chiamata Shiva. E fu proprio questo che lei sperimentò, il salire della kuṇḍaliṇī śakti, “come ferro sciolto dal calore”, per raggiungere il punto Brahmarandra, cioè la fontanella all'apice della testa. Successivamente si accorse dell'apertura del Sahasrara-chakra. “In quel momento sentii come l'energia attorno a me cominciava a penetrarmi come una brezza fresca”.

Da lì in poi Shri Mataji Nirmala Devi cominciò a lavorare per far in modo di poter condividere questa esperienza non solo con una persona, cosa che la sembrava abbastanza facile, ma contemporaneamente con tante persone. Il metodo che sviluppò in modo crescente, lo chiamò Sahaja Yoga (sahaja = primordiale, naturale). Avendo già una grande cerchia di persone conoscenti, come moglie di un Segretario delle Nazioni Unite, Shri Mataji creò un'irradiazione ancora più grande e cominciò a viaggiare in tutto il mondo.

Fu in Italia, a Roma nel 1985, e più avanti anche in altre città come Milano e Genova. Negli ultimi anni visse parte in India e parte in Italia, a Genova, dove si è spenta all'età di 87 anni. Il movimento di Sahaja Yoga oggi offre una tecnica di rilassamento e un semplice risveglio di energie, lavorando nelle scuole, nelle aziende e anche in carcere. Ricerche internazionali in campo medico-scientifico confermano l’importanza della Meditazione Sahaja Yoga per la salute e il benessere.

Secondo la filosofia indiana la spiritualità deve essere a disposizione di tutti, e perciò i corsi di Sahaja Yoga sono gratuiti.


Fonti: